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THE BLUES BROTHERS

Durata: 132 min

Genre: Commedia, Azione, Musica, Crime

Language: Inglese con sottotitoli italiani

Director: John Landis

With: Dan Aykroyd, John Belushi, James Brown, Cab Calloway, Ray Charles, Aretha Franklin, Steve Cropper, Donald 'Duck' Dunn, Murphy...

Questione di stile. Che cosa ha fatto di una farsa slapstick, concepita da John Landis e Dan Aykroyd come “un incrocio tra Singin’ in the rain e Ben Hur”, un cult inossidabile, un fenomeno di costume, uno degli ultimi titoli della (post)modernità a suscitare un’autentica vampata cinefila? Sagome nere ben disegnate, cappelli e cravattine, occhiali Wayfarer, le taciturne camminate di Aykroyd e Belushi, orfani ribelli con una buona causa: segni che Landis tiene sempre a fuoco nell’apoteosi di musica blues e di macchine sfasciate, mentre dallo sfondo si scontornano volta a volta Aretha Franklin e Ray Charles, memorie di Buster Keaton e i nazisti dell’Illinois. Un film che ancora trascina oltre il limite: sull’ultima edizione del Mereghetti, la scheda tracima in un autentico lungo saggio, ove si sottolinea “l’attacco frontale a un’America già sull’orlo del baratro reazionario degli Ottanta”; dal canto suo, Philip Concannon invita a vederlo “su uno schermo più grande possibile, al buio, possibilmente con gli occhiali scuri”. E così sia, quando il gioco si fa duro. (pcris)

132 min

Genre: Commedia, Azione, Musica, Crime

Language: Inglese con sottotitoli italiani

Director: John Landis

With: Dan Aykroyd, John Belushi, James Brown, Cab Calloway, Ray Charles, Aretha Fra...

Questione di stile. Che cosa ha fatto di una farsa slapstick, concepita da John Landis e Dan Aykroyd come “un incrocio tra Singin’ in the rain e Ben Hur”, un cult inossidabile, un fenomeno di costume, uno degli ultimi titoli della (post)modernità a suscitare un’autentica vampata cinefila? Sagome nere ben disegnate, cappelli e cravattine, occhiali Wayfarer, le taciturne camminate di Aykroyd e Belushi, orfani ribelli con una buona causa: segni che Landis tiene sempre a fuoco nell’apoteosi di musica blues e di macchine sfasciate, mentre dallo sfondo si scontornano volta a volta Aretha Franklin e Ray Charles, memorie di Buster Keaton e i nazisti dell’Illinois. Un film che ancora trascina oltre il limite: sull’ultima edizione del Mereghetti, la scheda tracima in un autentico lungo saggio, ove si sottolinea “l’attacco frontale a un’America già sull’orlo del baratro reazionario degli Ottanta”; dal canto suo, Philip Concannon invita a vederlo “su uno schermo più grande possibile, al buio, possibilmente con gli occhiali scuri”. E così sia, quando il gioco si fa duro. (pcris)
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