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BRICK AND MIRROR
BRICK AND MIRROR
TARIFFA UNICA
INCONTRO

Durata: 130 min

Genere: Dramma

Lingua: Persiano con sottotitoli italiani

Regia: Ebrahim Golestan

Con: Taji Ahmadi, Zackaria Hashemi, Goli Bozorgmehr, Masoud Faghih, Parviz Fanizadeh, Manouchehr Farid, Ghaffar Hosseinpoor, Moham...

“Primo vero capolavoro moderno del cinema iraniano, Brick and Mirror esplora i temi della paura e della responsabilità all’indomani del colpo di stato. Il primo film di finzione di Golestan, che nel titolo allude a una poesia di Farid al-Din Attar (“Ciò che i vecchi vedono in un mattone/ i giovani vedono in uno specchio”), mescola sogno e realtà reagendo al nuovo clima sociale, al fallimento degli intellettuali e all’onnipresente corruzione. […] La lavorazione iniziò nella primavera del 1963 con una troupe di sole cinque persone e una sceneggiatura incompiuta. Il 5 giugno scoppiò una protesta contro l’arresto dell’Ayatollah Khomeini che acuì l’atmosfera di tensione e paura descritta nel film. Jonathan Rosenbaum ha definito lo spirito del film “un misto di Dostoevskij ed espressionismo”. La forma del soliloquio riflette sia l’ammirazione di Golestan per Orson Welles, sia la tradizione orale e il frequente uso della metafora nella cultura persiana”. (Ehsan Khoshbakht)

130 min

Genere: Dramma

Lingua: Persiano con sottotitoli italiani

Regia: Ebrahim Golestan

Con: Taji Ahmadi, Zackaria Hashemi, Goli Bozorgmehr, Masoud Faghih, Parviz Fanizad...

“Primo vero capolavoro moderno del cinema iraniano, Brick and Mirror esplora i temi della paura e della responsabilità all’indomani del colpo di stato. Il primo film di finzione di Golestan, che nel titolo allude a una poesia di Farid al-Din Attar (“Ciò che i vecchi vedono in un mattone/ i giovani vedono in uno specchio”), mescola sogno e realtà reagendo al nuovo clima sociale, al fallimento degli intellettuali e all’onnipresente corruzione. […] La lavorazione iniziò nella primavera del 1963 con una troupe di sole cinque persone e una sceneggiatura incompiuta. Il 5 giugno scoppiò una protesta contro l’arresto dell’Ayatollah Khomeini che acuì l’atmosfera di tensione e paura descritta nel film. Jonathan Rosenbaum ha definito lo spirito del film “un misto di Dostoevskij ed espressionismo”. La forma del soliloquio riflette sia l’ammirazione di Golestan per Orson Welles, sia la tradizione orale e il frequente uso della metafora nella cultura persiana”. (Ehsan Khoshbakht)
Scelto e introdotto da Wes Anderson
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